Scopriamo insieme a Sergio Veschi , Red Records, questo piccolo capolavoro in piano trio di Markelian Kapedani. Per ascoltare l'intero cd ( solo per questa settimana ) clicca qui. Il jazz è già arrivato là. Ma non è mai partito da là a questo livellThe Shape Of Jazz To Come intitolava Ornette Coleman all'inizio degli anni 60 uno dei suoi dischi manifesto.
Oggi si potrebbe definire la musica di Kapedani One of the Shapes Of Jazz To Come.
Brani come Caravan, Nardis, Black Nile, Punjab, Delilah, Medina, Sama Layuca, Blue Rondo A La Turk, Turkish Mambo, Bedouin etc. sono già da tempo parte della letteratura jazzistica. Alcuni famosissimi altri meno ma non per questo meno belli o meno importanti.
Già dagli anni 60 in Europa musicisti come Tete Montoliu, Pedro Iturralde, Claudio Lo Cascio, Dusko Gojkovic, Csaba Deseo e altri si sono ispirati a vari folclori dei loro paesi o del bacino del mediterraneo coniugando melos popolari di varia provenienza e il jazz ma nella sostanza erano e sono stati visti come delle cose esotiche e un po marginali.
Oggi invece con la musica di Markelian Kapedani si assite ad un processo inverso.
Ciò che era ed è ancora periferico diviene via via più centrale. Non è più il jazz che ingloba altre culture ma sono culture "altre" che inglobano il jazz per evolversi e diventare altro da quello che sono. Quello che in alcuni composizioni di Ellington, Evans, Davis, Randy Weston, Victor Young, Bobby Hutcherson, McCoy Tyner, Lennie Tristano, Dave Brubeck etc. erano delle aperture su culture limitrofe al jazz sono per Kapedani l'humus, il suo naturale background su cui si innestano le tecniche e le metodologie improvvisative del jazz. In questo c'è un precedente illustre: Dollar Brand, oggi meglio conosciuto con il nome di Abdullah Ibrahim, che all'inizio degli anni 70 fece in qualche modo una operazione analoga con il suo celebre African Piano.
E' forse non inutile ricordare che quella musica comparve proprio con l'emigrazione di una folta rappresentanza di musicisti Sud Africani in Europa e a Londra in particolare sullo sfondo di una più vasta ondata migratoria di gente in fuga verso migliori condizioni di vita e di lavoro che dall'Africa si dirigeva in Europa e in particolare proprio verso l'Inghilterra e la Francia.
Markelian Kapedani viene dall'Albania del Nord, dalla zona di Skoder (Scutari). Figlio d'arte, il padre è pianista, compositore, direttore d'orchestra e una sua composizione è inserita in questo album. Kapedani possiede un solidissimo background di studi pianistici e musicali classici e la sua musica è qui ispirata a varie musiche non solo della sua terra ma dell'area balkanica, mediorientale e mediterranea. Si va dalla Bulgaria alla Spagna del Flamenco, e quindi della musica Arabo Andalusa (parafrasando un'altra Sketch of Spain), passando per varie forme, melos, metri dell'Albania, Grecia, Turchia, Egitto. Il risultato non è folclore ma musica che riflette come pochi i tempi che viviamo. Anche Kapedani, che da anni vive in Italia e Svizzera, è un figlio dell'emigrazione massiccia che dai paesi dell'Est e del Nord Africa, e non solo, si riversa in Europa .
Di questa diaspora, Kapedani, è, a suo modo, un interprete profondo e sincero che ci porta in dono il suo mondo musicale che incrocia i Balkani con il Jazz, sullo sfondo di varie culture che non si sommano ma si mescolano e danno vita ad una sintesi musicale che nasce da varie tradizioni per osmosi naturale e non per volontaristico, anche se nobile, atto di fede o ideologia, il che è lo stesso.
Nella sua inesorabile naturalezza e contemporaneità queste musiche assurgono già di primo acchito all'universale proprio perché non aspirano ad essere ma già sono la musica delle genti, che forse vorremmo ignorare o non vedere, assieme a cui viviamo in un crogiuolo in cui timori e speranze si fondono in un comune quanto ormai inesorabile destino.
Sergio Veschi
Balkan Bop
Brano legato all’idioma del be bop con forti riferimenti di intonazioni melodiche dell’area balcanica. La melodia affidata al pianoforte si appoggia ad una matrice ritmica mutevole: dal ritmo Malfuf allo Swing e vice versa. Il basso accompagna energicamente tutta l’esposizione del tema. Il finale del brano si ispira alle *Jare (Yaareh) Shkodrane, ), ballate malinconiche della città di Scutari (Shkodër).
Blue Penthaton
Brano basato sulla ritmica composta (2 + 2 + 2 +3) detta anche “Kars” o “Karsilamas”. Questa particolare ritmica che spesso caratterizza le danze e la musica Greca e turca, costituisce l’elemento di sostegno della melodia. Tale struttura ritmica la possiamo ritrovare anche nelle danze della Macedonia e dell’Albania.
Dal punto di vista melodico, il Tema si sviluppa sul modello pentatonico. La ritmica Karsilamas viene concettualmente incastonata su di una Matrice Blues che segue una struttura binaria in 4/4. Esposta in tal modo, la melodia, ad un primo ascolto, risulta alquanto sfuggente.
Nashke
Brano che richiama le intonazioni del nord-est dell’area Mitteleuropea. La melodia si muove per mezzo di intonazioni slavo-tzigane evocando la briosa atmosfera delle feste balcaniche. Le situazioni melodiche, armoniche e ritmiche si mescolano in modo naturale con il linguaggio del jazz.
Cous Cous in Tunisia
Questo brano si ispira alla tradizione ritmica delle Antille ed in particolare all’energia della musica Afro/Cubana. La melodia segue un andamento in Clave 2/3. Il basso “viaggia” sul Tumbao. Non manca una citazione (anche se brevissima) del motivo del celeberrimo brano A Night in Tunisia.
Bop Drops
Il Brano si ispira alla tipica tradizione Jazz, lo Swing.
La melodia costituita da successioni di quarte è basata su una struttura modale pentatonica.
Tale disposizione degli elementi melodici, conferisce al brano un andamento incisivo e scattante.
I Remember My Dad
Ballad.In ricordo del Compositore albanese Gjon (John) Mark Kapidani, padre dell’autore, recentemente scomparso. Il brano attinge dalle forme di Jare* (Yahre)*, ballate malinconiche della città di Scutari (Shkodër) luogo natale dell’autore. La prima parte di solo piano (“ad libitum” - quasi una fantasia) è ricca di elementi contrappuntistici. La melodia si estende sul tessuto armonico con ampi intervalli.
One for Bud
Brano dedicato a Bud Powell, grande figura centrale e caposcuola del pianismo jazz di tutti i tempi. Il brano si ispira dalla tradizione del be bop.
Oriental Traveller
Un viaggio immaginario attraverso le terre d’oriente, dove miraggi, sogni, realtà e fantasia si confondono e … si perdono nell’orizzonte.Questo brano si basa sulla matrice ritmica di Sayyiddi*, tipica delle danze mediorientali.
Quickly
Brano composto sulla tipica struttura dell’Anatole.
Davaj
Il brano inizia con il pianoforte solo. Sin dalle prime note del pianoforte si percepiscono le intonazioni della musica popolare Russa. La melodia ricrea l’atmosfera della poesia di S.Esenin: Oh, la mia cara Russia.
Malfuf = avvolto. Ritmo binario di origine Egiziano/Yemenita.
Yare, di etimo incerto. Alb – Jare; forse dalla lingua araba – Jaareh = ferita. Probabilmente si conferiva questo termine alle canzoni di carattere malinconico che segnavano neprofondo i sentimenti (come un “indelebile ferita” al cuore).
Sayyiddi Arabo: 1). “Sayyiddi” = mio signore, 2). Meno probabile il termine “Sàeed” = fortunato. Ritmo in 4/4 di origine Mediorientale.
Anatole, di etimologia incerta, disegna una struttura formale tipica del jazz, meglio nota come rhythm changes.
Davaj, Russo – ДABAЙ = avanti.
Markelian Kapedani
Trombettista, compositore, leader originalissimo Dave Douglas omaggia Lester Bowie e la sua “Brass Fantasy” grazie a questo nuovo cd non a vaso intitolato Bras Ecstasy At Newport dove ben tre dei musicisti che lo affiancano (Luis Bonilla al trombone, Marcus Rojas al tuba e Vincent Chancey al corno francese) sono stati componenti del gruppo di Bowie. La formazione, completata dal batterista Nasheet Waits, ha gia al suo attivo il cd,
Pierre Dørge è una figuria ormai entrata nella storia della scena jazzistica danese. Innamoratesi del jazz moderno quasi fin dall'inizio della sua carriera, nel 1960, nel corso degli anni ha anche mostrato curiosità per altre culture musicali che hanno influito nella propria musicalita' incorporando elementi europei, asiatici, africani e tradizioni musicali afro-americane che sono stati assemblati da questo geniale chitarrista danese in una sintesi originale. Ad accompagnarlo in questo cd e nel concerto che il 13 Marzo si terra' al Manzoni di Milano in occasione dell'Aperitivo in concerto ci sara' la New Jungle Orchestra, nata nel 1980. Prende il nome dal leggendario approccio "giungla" della Duke Ellington Orchestra negli anni Trenta e di cui alcune composizioni vengono ricreate con sprito dadaista e con intelligente capacità di riadattamento e di idiomaticità. Le influenze di Carla Bley, Charlie Mingus e Gil Evans sono facilmente avvertibili nelle pagine della New Jungle Orchestra, e vengono rielaborate attraverso sofisticati arrangiamenti e il contributo di alcuni eccellenti solisti. Un cd e un concerto unici per gli amanti di questo genere.
Da casa Topic abbiamo il piacere di presentarvi una folksinger inglese giunta a livelli di assoluta eccellenza grazie alle sue performace live ma soprattutto alla grande capacita' di interpretazione di Ballads che potremmo classificare come folk moderno . Uno stato di grazia artistica riconfermato a 35 anni dal debutto da un nuovo album di canzoni che trattano di relazioni umane, del mare, del quotidiano e che la critica inglese ha già gratificato del titolo di “capolavoro” in chiave folk moderno.
I Ladysmith Black Mambazo fanno parte della storia del Sud Africa recente dove la musica ha sicuramente giocato un ruolo fondamnetale per l'affermazione dei diritti umani. Questo gruppo a cappella ha cantato la storia della propria patria per oltre 40 anni promuovendo la loro cultura con chiunque avesse avuto la curiosita' di avvicinarsi. Ed è cosi' che il gruppo si è ritrovato a collaborare con personaggi del calibro di Paul Simon ( raggiungendo una notorieta' mondiale grazie all'album Graceland ), Stevie Wonder fino a Dolly Parton. Dopo questo lungo viaggio musicale oggi 2011 i Ladysmith tornano alle loro radici, alla loro terra, alle loro tradizioni con Zulu Farm, una raccolta di canti tradizionali che i genitori sono soliti insegnare ai propri figli per ricordar loro da dove provengono affinchè sappiano dove andare. E per assurdo anche se ambientate in un contesto territoriale ben preciso queste canzoni diventano universali perchè riguardano le paure, i sogni e le speranze di tutti i ragazzi, il rispetto per ciò che li circonda e l'amore dei propri genitori.
Attendere un cd di Barbara è come attendere la primavera dopo un lungo inverno. Penso che sia questo il pensiero dei suoi numerosi fans che le riconoscono una classe e un'arte musicale fuori dal comune ma anche una personalita' attenta e sensibile. Barbara Casini è da anni una delle massime interpreti del jazz italiano nota tanto per le rivisitazioni della musica brasiliana quanto per quelle della canzone d’autore francese. Voce e chitarra fiorentina sin da ragazzina la fanno volare fino in Brasile che è diventato la sua seconda patria musicale. Barbara Casini è stata più volte definita la più importante interprete di musica brasiliana in Italia tanto da essere invitata piu' volte a esibirsi durante feste organizzate per promuovere la cultura di questo immenso e per la maggior parte ancora sconosciuto paese fatto si di divertimento ma anche di poverta' e tanta voglia di uscirne. La sua conoscenza della musica popolare brasiliana le hanno tra l'altro dato occasione di esibirsi piu' volte dal vivo con un altro grande musicista italiano che condivide con lei questo immenso amore per le melodie verdeoro ossia Stefano Bollani e i suoi Convidados di cui Barbara è per l'appunto la voce. Amore per il brasile che si è concretizzato in questo nuovo cd con cui Barbara vuole rendere omaggio a Gilberto Gil, "stupefacente compositore,chitarrista, cantante, poeta , cosi' profondo e cosi' giocoso". Godiamoci dunque questo nuovo lavoro di Barbara e lasciamoci pervadere dalla primavera in un inverno ancora cosi' lungo.
Siamo lieti di presentare Refuges il nuovo lavoro del chitarrista e compositore autore di molti capolavori nell’ambito della musica per balletto e colonne sonore. Aubry è universalmente conosciuto come autore di melodie affascinanti e ricche di patos capaci di creare nell’ascoltatore sensazioni che coprono tutta la gamma delle umane emozioni giungendo con questo suo nuovo disco sulla vetta dei “sound artists”, al pari di altri grandi nomi come Francois de Roubaix, Pascal Comelade ed il nostro Ennio Morricone. Come quest’ultimi, l’alchimia della sua musica comprende di tutto: l’electro, il dub, il flamenco, il celtico, il rock, musica minimalista, orchestrale, il jazz, il bebop, e tutto quanto è fatto di ritmo e melodia. Riduttivo definire emozioni musicali a 360° con termini come new age o musica per balletto. Uno dei grandi musicisti del nostro tempo è tornato per darci dei picculi rifugi musicali in cui per qualche attimo riposare.
Al secondo album di Xiomara ci rendiamo conto che non ci troviamo sempre di piu' di fronte ad un fenomeno unico. Xiomara Laugart nella sua carriera è stata piu' volte paragonata a Celia Cruz, Diana Ross, Macy Gray e di volta in volta accostata ad altre "divinita'" del jzz vocale. Premesso che tali paragoni sono piu' che giusti per quanto riguarda la caratura del personaggio vi è anche da aggiungere che Xiomare è unica nel suo genere per le sue virtù peculiari e per la sua maestria impossibile da manipolare o limitare. Qualità vocali che trovano piena espressione in questo nuovo cd “La Voz” dove rivela in modo inequivocabile una flessibilità e sensibilità espressiva accompagnate una grande estensione vocale, “liquida” e fluente, che ben esaltano le influenze jazz. A impreziosire l’opera casa Chesky ci regala una registrazione in SACD superba per ascoltare questa latin-jazz o cuban-jazz cercando anche nell'incisione quell'emozione e quel brivido che solo gli audiofili piu' esperti sanno riconoscere.
Clamoroso ritorno di questo guitar-virtuoso franco-algerino che ripropone la sua intera discografia in una nuova pregevole edizione remastered ed in digipack per la sua etichetta Dadgad. Per chi non conoscesse il suo genio consigliamo “A La Carte” una compilation a lunga durata che raccoglie il meglio della sua trentennale attività mentre per gli intenditori siamo lieti di presentare il album “Vividly”. Per gli amanti della chitarra acustica e delle sonorita' world-age un appuntamento sicuramente imperdibile.
Per ben 18 anni, 5 giorni alla settimana Kevin Eubanks ha accompagnato Jay Lano al "Tonight Show" non deve quindi meravigliare se in america è un vero e proprio mito popolare. Ma quello che gli stessi americani devono scoprire è che Kevin è anche uno dei chitarristi jazz più creativi e moderni con uno stile e una tecnica unica. La sua abilità, al pari della diversità, ne hanno fatto un punto di riferimento per i cultori dello strumento diventanto un punto di riferimento anche per gli altri musicisti. Kevin ha il dono di fondere il jazz con molti altri generi e, badate bene, non voglio usare la parola fusion per questo chitarrista. Infatti il suo è un sound attuale, in un certo senso “moderno”, in grado di suonare e miscelare bluesy, blues-soul, jazz in senso stretto, gospel mentre, al pari di uno chef, il suo piatto forte sono sicuramente le acustiche ballate acustiche . Che chiedere di più ad un chitarrista in grado di sublimare tutte le forme espressive tra jazz e blues?
AfroCubism è il World Circuit's dream project. In effetti le intenzioni originali per realizzare Buena Vista Social Club erano quelle di riunire i musicisti del Mali e di Cuba in una sorta di stellare collaborazione. Con “Afrocubism” il piano originale si è realizzato ed un incredibile cast di musicisti dei due paesi è stato messo in grado di esprimere quel mix di contaminazione e musica che fa di questo cd qualcosa di veramente unico. In questa sorta di “Cuba meets Mali” possiamo avere il piacere di ascoltare, riuniti in diverse formazioni e situazioni, i talenti di: Eliades Ochoa, Bassekou Kouyate, Djelimady Tounkara, Toumani Diabaté, Grupo Patria, Kasse Mady Diabaté and Lassana Diabaté. Come scrivono i produttori nelle note di copertina si tratta di “The original idea for the project that became “Buena Vusta Social Club”.